Austria per bambini: la gola di Kesselfall


Che alla prima e all'ultima tappa di un viaggio ci tengo infinitamente ve lo avevo già detto (mi sono anche accorta di essere diventata noiosamente ripetitiva,  magari se esagero ogni tanto fatemelo notare).

E quanto  più un viaggio è stato straordinario ed emozionante tanto più vorrei che  l'arrivo fosse speciale.
In effetti è un po'come quando lo scorso gennaio abbiamo visto lo Schiaccianoci .
Sin dai primi minuti, quelli che sono passati tra l'inizio dell'overture  e l'ingresso in scena del soave danzare degli ospiti alla festa per la vigilia di Natale,  ho capito che sarebbe stato speciale.
E dopo due ore d'incanto, quando alla fine ho guardato attraverso le lacrime il sipario che si chiudeva e i miei singhiozzi si confondevano insieme al  fragore degli applausi è stato qualcosa di incredibile. Quasi come se  un insolito  deus ex machina fosse sceso giù dall'alto a dire: "Ecco è finita,  ora potete spezzare il silenzio e gridare e battere le mani e dire quanto vi è piaciuta e quanto l'avete amata.
Forse per questo il nostro gioco della hit delle cose che ci sono piaciute di più lo facciamo solo alla fine del viaggio. 

Ma lo so, sto  divagando.
E' che oggi non so, sono distratta da queste colline bellissime che ci circondano e il sole che in questo momento illumina ogni cosa del giardino e mentre scrivo bevo la limonata che abbiamo fatto ieri dopo aver colto limoni e menta come in uno straordinario supermercato en plein air e tutto oggi mi pare importante, anche le più piccole cose e finisce che non riesco a concentrarmi su niente.
Comunque, per tornare al finale ovvero all'ultima tappa, il viaggio in Polonia è stato una tale sorpresa, un tale crescendo di meraviglie che la fine doveva per forza essere da favola.

E anche questa volta eravamo last second perchè nonostante gli ultimi giorni Babbogiramondo mi chiedesse se avevo deciso dove fermarmi io rimandavo e rimandavo fino a che siamo arrivati  alla sera prima.
La verità è che questa volta pensavo che un'idea mi dovesse per forza cadere dal cielo; perchè in effetti, negli ultimi anni, le destinazioni dei nostri viaggi sono quasi sempre nate in un modo così inaspettato e intenso che ormai mi aspetto che sia sempre così e in questa certezza mi ci cullo (sono inguaribilmente romantica lo sapevate?) e mi piace da impazzire e allora aspetto, aspetto, aspetto da un momento all'altro che qualcosa mi indichi la strada.
E mi sento un po' come una chiromante alle prime armi, che tenta di leggere una mano senza vedere niente e poi all'improvviso ha una rivelazione (no vi prego, non come quella di Lord Arthur Savile).
Anzi a dire il vero forse oggi assomiglio di più a quella Ninny, quando confonde la povera  Evelyn passando da una storia all'altra (ad averla però, una che ti racconta certe storie!) anche se poi (speriamo!) ogni frammento va al posto giusto.

Insomma, aspetta, aspetta siccome l'idea dal cielo non arrivava alla fine mi sono messa a navigare da un sito all'altro, cercando qualcosa nei dintorni di Graz, fino a che ad un certo punto, sbam (no, questa volta non è caduta la sedia perchè ero a letto sdraiata , son sincera, oggi l'ho scritto solo per far scena), mi è apparsa quest'altra foto di, sì, beh, un altro ponte.
Però diverso da quello di Essing eh? Anche se sempre di legno.
Anzi in realtà non un solo ponte ma tanti ponti e scale traballanti e impalcature aree e tutt'intorno alberi alti coperti di muschio e un fiume zampillante a far lo slalom  tra le rocce.
Ve lo devo dire quanto ero contenta?
E insomma, anche questa volta avevo trovato quello che cercavo.
Poi  mi sono messa a leggere è ho scoperto che la foto era quella di una gola dove nel 1907 è stato costruito questo incredibile sentiero. Cosa volere di più?
E niente, ci siamo divertiti da matti.
Quando siamo arrivati in hotel ero talmente emozionata che ho persino dimenticato la reflex  e ho dovuto scattare le foto con il cellulare (e si vede )-:)
E alla fine del sentiero c'era questa gasthof carinissima, con un grande buffet e potevi sederti a mangiare ad un prezzo ridicolo e bere birra dai boccaloni e tutti erano così gentili e sembrava di essere in una grande famiglia. E poi c'erano queste caprette buffissime che appena ti avvicinavi al melo davanti al recinto diventavano pazze e siamo rimasti una buona mezz'ora a cogliere mele per tutte e a ridere come matti.
E alla fine quindi  il sipario si è chiuso e sono arrivati gli applausi...

Ma ora, bando alle ciance, che tutta questa lunga e confusissima premessa era per dirvi che quel posto è fantastico e se capitate in quel della Stiria dovete davvero farci un salto.
Vi lascio tutte le informazioni nel mio nuovo post sul magazine piccolini.

Tra l'altro ho poi scoperto che la gola di Kesselfall ha a poca distanza anche una sorella maggiore dal nome favoleggiante: la forra dell'orso.
Non vi pare che già solo per questo varrebbe la pena di andarci?
E poi ve la immaginate in autunno? Con i colori delle foglie che si accendono e quel magico foliage che amiamo tanto e gli schizzi e le millemila scale scricchiolanti.
Sì ne sono convinta, sarebbe davvero un magnifico preludio per un nuovo viaggio. Chissà...

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