Polonia on the road: Torun. Di statue e di storie



Amo quei chilometri distesi tra una tappa e l'altra.
li amo perchè  tra il  momento in cui risali in auto con il cuore diviso a metà fra la voglia di restare e quella di partire e l'attimo in cui  ti fermi nel parcheggio di un nuovo hotel  c'è un intero universo di emozioni e piccole storie e momenti che ti rotolano incontro sulla strada.
Che fanno parte del viaggio e che talvolta rientrano nella lista che, lo sapete, facciamo alla fine di ogni avventura.
Come quando lasciata Wroclaw e già ebbri di nostalgia per quei tramonti sulle case rosa e  i racconti sussurrati intorno agli gnomi e i raggi di luce del mattino dentro alle pietre scalzate del Rynek eppure carichi di quella inarrestabile irrequietezza mista al piacere di scoprire altri luoghi, altre storie, altre voci, siamo partiti alla volta di Torun e lungo la strada ci siamo fermati a mangiare in un posto che  alla prima occhiata mi ha fatto pensare a quel cafè di Bagdad.
Avete presente il posto perfetto? Voglio dire, perfetto per quel momento, per quella storia, quella di noi  che lasciavamo Wroclaw per Torun, con il cuore diviso a metà tra la voglia di restare e quella di andare.


Un posto scivolato fuori da un film o dalle pagine di un libro , di quelli che non puoi  trovare se prima  non ti perdi e  dove perdersi, significa soprattutto farsi  conquistare dalla strada.
Dove per una volta non scatti* ma resti dentro.
E poi da lì quasi volando (perchè a volte  la felicità in viaggio è così enorme che ti fa alzare da terra) siamo arrivati a Torun e subito  ho pensato,  cavolo ma  è impossibile.
Assurdo e inaccettabile.
Che non se ne parli., che  nessuno o quasi l'abbia nemmeno sentita nominare, che non sia tra le prime dieci città da non perdere nella lista di ogni rivista di viaggi o  travel blog.
Inamissibile perchè Torun è meravigliosaente bella e magica e affascinante, dalle mura medievali che l'abbracciano delicatamente alle strade profumate di pierniki. Dai musei insoliti alle statue che raccontano storie e le rovine di un castello che spuntano in mezzo a torri sbilenche e  dimore ultracentenarie. E le acque del Vistola lungo cui perdersi dentro ai tramonti o sopra le quali navigare.
Ma andiamo con ordine:

1.  DI  STATUE E DI STORIE
Va beh, lo sapete tutti che c'abbiamo un debole per le statue e poi dopo aver inseguito gnomi per due giorni interi mica potevamo smettere così di botto, no?
E poi a Torun ce ne sono alcune che proprio sembrano nate apposta: per essere prima stanate e poi ascoltate. Perchè di storie, oh sì, ne hanno proprio tante da raccontare...

LA FONTANA DI JANKO MUZYKANT

Si trova davanti al vecchio Municipio gotico, proprio nella Rynek, cuore della città.
Una fontana del 1914 punteggiata di  scintillanti rane di bronzo e  tutte incantate a guardare un giovane violinista, un umile contadinello di nome Janko.

Una delle tante leggende sul suo conto racconta che un giorno di tanto tempo fa giunse in città un orribile strega che per vendicarsi delle brutta accoglienza ricevuta lanciò una spaventosa maledizione che fece invadere Torun da milioni e milioni di topi  rane.
I cittadini erano disperati perchè quei viscidi animaletti mangiavano tutto ma proprio tutto, anche i vestiti e non si poteva più uscire di casa. E quando anche le case vennero infestate dai ranocchi il borgomastro decise di offrire un enorme sacco d'oro e la mano di sua figlia a chiunque fosse riuscito a liberare la bella cittadina polacca.
Dopo alcuni inutili tentativi da parte di impavidi volontari  alla fine arrivò questo ragazzetto scalzo, un contadinello con in mano un magnifico piffero violino. E cominciò a suonare una melodia magnifica e improvvisamente le rane smisero di saltare e gli si radunarono intorno incantate da quelle note suggestive e ammalianti.
E allora Janko, così si chiamava il giovane, si diresse verso il bosco, continuando a far scivolare magicamente  l'archetto sulle corde e seguito da quell'insolito esercito e la città fu salva.
E sì, in questa favola il borgomastro mantenne la sua promessa e il giovane ne sposò la figlia ( e i bambini furno salvi... :-))

IL CANE DEL PROFESSOR FILUTEK

Dopo l'irriverente cagnolino di Bruxelles potevamo non fermarci a conoscere Filus? Per non parlare poi del fatto che è il personaggio di un fumetto ( e lo sapete che qualcuno qui in famiglia c'ha un debole per i fumetti no?)
E dunque era inaccettabile non fare un  salto all'angolo tra Szewka e Chetmiska (una zona dove  passerete innumerevoli volte) per vedere questo adorabile quattrozampe che regge la bombetta del suo padrone ( e accanto al suo onnipresente ombrello). Una bella occasione per conoscerlo e  sapere  qualcosa in più su di lui e il suo adorabile compagno di avventure...


Il Prof. Filutek è un amabile  vecchietto, con  redingote ,bombetta  e quasi sempre in mano un ombrello.
Filus (il nome fu scelto in seguito ad un concorso tra i lettori) è il suo inseparabile cagnolino, adottato dopo averlo trovato abbandonato e senza una casa.
I due sono i protagonisti di un divertentissimo fumetto creato dal geniale cartoonist polacco Zbigniew Lengren e comparso sulle pagine del noto magazine settimanale polacco  Przekrój per oltre 50 anni.
A partire dagli anni '50 sono stati prodotti anche alcuni cortometraggi  e due anni fa  un film muto. 
Qui Potete vedere alcuni divertenti episodi.
Noi lo troviamo irresistibile! :-)

L'ASINO DI BRONZO


Poco lontano da Filus nell'angolo a nord est della Rynek non si può fare a meno di notare un grande asino di bronzo. Se ci sono bambini in zona (e non solo i bambini) state pur certi che li vedrete mentre lo accarezzano sorridendo.
Purtroppo ahimè qui non c'è molto di cui ridere.
L'asino infatti non è altro che la copia di un quadrupede in legno che veniva usato nel Medioevo come strumento di tortura. L'asino era  dotato sul posteriore di una placca affilata e beh, non fatemi dire il resto.
Non dovete per forza raccontarlo ai bambini. Molto meglio vederli salire in groppa sognando di galoppare incontro al vento tra le strade di questa bella città.

COPERNICUS
Nacque  a Torun nel 1473 , Niccolò Copernico, il leggendario astronomo polacco che  per primo dimostrò la teoria eliocentrica di Aristarco. E come è ovvio la città ne ha fatto il suo beniamino, dedicandogli  tra le mille altre cose, una statua,  un università e persino la più antica azienda dolciaria di Torun ( nacque nel 1763!). 
Impossibile non passeggiare per la città senza sentire l'inconfondibile profumo del suo pierniki. 


Un'ottima occasione per una lezione di astronomia en plein air ma anche che ve lo dico a fare, per fargli perdere la testa.


I nostri biscotti di pierniki realizzati al museo del panpepato
Da non perdere:
Il planetario
La casa di Copernico
Una visita guidata della città con una guida un po' speciale.



E a proposito di panpepato la trovate all'incrocio tra Male Garbary e Ul. Szeroka, questa bella statua di una giovane venditrice di pierniki.

Pare  incalzata ad affrettarsi da un cagnolino poco paziente. Chiedete ai bambini di provare ad immaginare il perchè.


IL  DRAGO TERRIBILE

Ok è vero, questo minuscolo drago è tutto fuorchè terribile. 
Però la piccola statua in ceramica in Ul. Przedzamcze è qui a ricordare una leggenda il cui protagonista al contrario era lungo ben due metri.
Fu avvistato per ben due volte da due diversi cittadini di Torun nella primavera del 1746 mentre volava basso sulla città. Vero o no, le testimonianze complete di una dettagliatissima descrizione dello spaventoso animale volante sono ancora conservate nell'archivio storico della città.
Chissà...

E questa piccola carrellata di statue e di storie per oggi si conclude qua. Se vi chiedete cosa c'entra la foto della cover, beh, per scoprirlo vi rimando alla seconda parte del post. :-)
Buon weekend!

* in riferimento alla bellissima frase di Sean Penn nel film "I sogni segreti di Walter Mitty".

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